Pare che l’autore di questa “Frittata” dello Scammaro sia addirittura il Duca di Buonvicino, al secolo Ippolito Cavalcanti, che la elaborò in seguito ad una richiesta del Clero per il periodo della Quaresima.
Era molto usata nei conventi. Il nome “scammaro” indica un pasto mangiato fuori dalla camera (‘a cammera, in napoletano), dove invece consumavano i pasti quei frati che per motivi di salute potevano essere esonerati dalla dieta di magro.
E’ una frittata senza uova, che si tiene insieme grazie all’amido della pasta. Importantissimo è usare una padella delle giuste dimensioni, che contenga bene tutta la pasta e ne favorisca la tenuta.
E’ un piatto sfizioso, saporito che è piaciuto molto anche ai miei figli grazie alla crosticina che si forma, croccante e dorata.
La ricetta vuole che si usino anche uva passa e pinoli, che però io non avevo.
- 250 g di vermicelli (ma anche spaghetti o linguine vanno bene)
- 1 spicchio d’aglio
- Olive nere di Gaeta snocciolate e tritate grossolanamente
- Capperi dissalati e tritati grossolanamente
- Prezzemolo tritato fine
- Filetto d’acciuga
- Sale
- Olio extravergine di oliva
- Portate a bollore l’acqua, salate e calate la pasta.
- In una padella fate sciogliere il filetto d’acciuga in un poco d'olio extravergine. Aggiungete l’aglio, le olive e i capperi fate soffriggere.
- Allontanate l'aglio e spostate il tutto in una ciotola che possa contenere la pasta.
- A metà cottura della pasta, scolatela e aggiungetela al sughetto. Aggiungete il prezzemolo tritato.
- Scaldate bene la stessa padella utilizzata prima con un altro filo d’olio e versateci la pasta. Coprite con un coperchio.
- Quando si sarà formata una bella crosticina sotto, rivoltatela e aspettate che si formi anche dall’altro lato.
- Servite.
- Le dosi sono per 3 persone.
- Non ho segnato le dosi del condimento perchè secondo me è questione di gusto. Il mio consiglio è di non lesinare 😀
Ippolito Cavalcanti
Mi piace e ne la preparo spesso. Bella anche la storia, che tradizioni abbiamo! Brava
io invece l’avevo dimenticata, erano annon che non la mangiavo