CheNeSaiTuDiUnCampoDiGrano?

La novellina del grano
Un giorno un chiccolino
giocava a nascondino;
nessuno lo cercò
ed ei s’addormentò.
Dormì sotto la neve
un sonno lugno e greve;
alfine si destò
e pianta diventò,
La pianta era sottile,
flessibile, gentile,
la spiga mise fuor
d’un esile color.
Il sole la baciava,
il vento la cullava:
di chicchi allor s’empì
pel pane di ogni dì.
(A. Cuman Pertile)

 

Qualche giorno fa sono stata alla festa del raccolto del grano duro a Casalvecchio di Puglia (Fg), sulle colline della Daunia “il granaio d’Italia”, ospite del Pastificio dei Campi e del Molino De Vita. 
 
Un esperienza BEL-LIS-SI-MA!!!
Più ci avvicinavamo alla nostra destinazione e più il paesaggio diventava poetico: ad un certo punto le cittadine e i piccoli paesi hanno lasciato il posto alla campagna più vera. All’improvviso quello che ci circondava erano piccole vigne, uliveti e campi di grano a perdita d’occhio.
 
credits Pastificio dei Campi blog
 
Il Molino De Vita si staglia nel bel mezzo del “niente” tra il blu del cielo e il giallo oro dei campi.
E chiamiamolo niente!!
Siamo stati accolti dal titolare, Nicola De Vita che insieme a Giuseppe di Martino, titolare del Pastificio dei Campi ci hanno raccontato com’è nato il loro sodalizio.
il contadino, il mugnaio, il pastaio
racconti di vita, racconti di sviluppo, racconti di qualità
Ho scoperto, ascoltandoli, che per anni ho consumato pasta che era, con molta, moltissima probabilità “avvelenata”. Per anni, in Italia il paese della pasta, i pastifici si sono riforniti da mulini che compravano grani non italiani. Ma non è questo il punto, il punto è che c’era una certa pressione a comprare grano duro di provenienza canadese : perchè, a quanto dicevano loro (i canadesi),  era il migliore, quello più controllato, quello che non c’è paragone con quello italiano.
Giuseppe, che da oggi chiamerò il Boss della Pasta (dovrei proporre un format ad Endemol ora che ci penso!!), ci racconta che lui per anni, spinto dal desiderio di poter risentire i profumi che sentiva da bambino nel pastificio del nonno, ha condotto una sua ricerca personale sul perchè in Italia non si usava più grano duro italiano. Nel corso del tempo ha scoperto che il grano canadese (quello più utilizzato)aveva “piccole” presenze di micossine (tra cui le famigerate aflotossine, cancerogene) e anche “piccolissime” tracce di metalli pesanti. Non solo! Il grano italiano era completamente privo sia dell’uno che dell’altro: e allora perchè?
Ha cominciato a guardarsi in giro e a pensare di avviare una produzione di pasta con solo grano duro italiano, spezzando, così un circolo vizioso che stava portando i contadini italiani fuori dal mercato. E qui entra in gioco Nicola De Vita, produttore di grano e proprietario di un molino proprio in quel territorio che è sempre stato considerato il granaio d’Italia: un territorio, che grazie al suo clima e alla sua terra ricca di sostanze nutritive, è particolarmete fertile e generoso.
 
Il grano, come il vino, è presente in tantissime varietà: solo qui in Italia ne esistono circa 360 (in Canada solo 5, per dire)….una ricchezza incredibile!!

 

I profumi e gli aromi che emanano sono una cosa che solo chi ci è stato tra i campi può sentire e capire: e sono gli stessi profumi e aromi che Giuseppe cercava e non sentiva più.
Il grano italiano si semina a ottobre e si miete a giugno: prende le piogge in autunno, è protetto dalla neve in inverno e poi, mano a mano che ci si inoltra nella primavera,le piogge si riducono e, nelle settimane che precedono il raccolto, la terra si asciuga e il grano cresce senza possibilità alcuna di contaminazione da micotossine.
per la mietitura di un piccolo campo è stata usata una vecchia trebbiatrice di  oltre 50 anni fa, rimessa a punto dal papà di Nicola De Vita

 

 

 

Il grano canadese, invece, viene seminato in marzo e raccolto ad ottobre, il caldo lo riceve sono per poche settimane tra luglio e agosto e fino a ottobre prende la pioggia: terreno umido e grano umido favoriscono la prolifarazione delle micotossine. Senza contare il trasporto dai campi ai porti, sulle navi container e le soste nei porti di arrivo…..Ça va sans dire.

 

 

Il grano di De Vita, dopo la mietitura viene portato al molino dove viene esaminato: vengono controllati diversi parametri come l’umidità, le ceneri e le proteine. Quindi passa alla molinatura. I passaggi sono moltissimi e vengono gestiti da un computer e da personale super-qualificato che, praticamente, guida il grano dal suo ingresso nel molino fino alla sua uscita sottoforma di semola, che viene nuovamente esaminato.

 

 

 

Nel corso della molinatura, in base alle richieste del committente, si preparano miscele di semola speciali, come quelle del Pastificio dei Campi.

 

La semola speciale è data da una miscela particolare che è preparata solo per il Pastificio dei Campi. Si vede la differenza di colore? Quella speciale è color oro!
I grani duri, prodotti da De Vita, hanno percentuale altissima di proteine, si parte dal 14% a salire. La pasta del Pastificio dei Campi, di conseguenza, è una pasta che, avendo un elevato tenore proteico(> 14 %), creerà in cottura una fitta rete glutinica, che tratterrà meglio l’amido e tutte le sostenze nutritive
 
La giornata è stata contrassegnata anche da una bellissima festa, che si è tenuta in un capannone a causa del vento. C’era ogni ben di Dio!! Naturalmente tutto o quasi a base di grano. Focacce, calzoni fritti, pancetta di loro produzione accompagnato da un pane casereccio davvero ottimo, arrosticini….e fiumi di vino e birra ( addirittura una era fatta col grano invece che con orzo). Il tutto era “condito” con musica dal vivo!
Insomma una giornata che non si può dimenticare!!

 

sembrava di stare in un film spaghetti-western

 

 

la foto non rende l’idea di quello che c’era su questa mega-tavola imbandita

Peccato che sia trascorsa troppo velocemente.

Non c’è niente da fare!! Solo con l’amicizia, caparbietà e obiettivi comuni si possono raggiungere traguardi notevoli!!

 

 

 

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